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sabato 30 giugno 2012

CHI SONO I CLANDESTINI IN ITALIA?

Prendiamo spunto da una polemica di queste ore tra destra e sinistra per dire qualcosa che può sembrare banale e scontato ma evidentemente non lo è (da anni).
Lo spunto è nell'uscita di uno stampato “Comunicare l'immigrazione-Guida pratica per gli operatori dell'informazione”, voluta dal Ministero dell'Interno e del Lavoro.Una sorta di raccolta di buone prassi per i giornali.
Quando andiamo a comprare un giornale, dopo aver fatto colazione al bar o scambiato due battute con le anziane signore che chiacchierano nel condominio , lo facciamo perchè abbiamo bisogno di conoscere punti di vista qualificati che ci stimolino a una analisi e a un ragionamento.
Tale risultato sicuramente non lo si ottiene se , come accade da anni leggiamo, da una parte che gli stranieri clandestini sono la causa della criminalità e, dall'altra, che non è giusto che i clandestini siano demonizzati perchè delinquono nella stessa proporzione degli italiani e vanno più in galera (e gonfiano le statistiche ) solo perchè sono meno provvisti, per povertà, di adeguata difesa legale.
Per ascoltare queste cose sarebbe sufficiente restare un po' di più al bar o in condominio, evidentemente.
Poiché non è ipotizzabile in Italia che all'interno di un giornale o di una rete TV vi sia un pluralismo di punti di vista (e quindi gli organi di stampa da anni sono voci delle tifoserie e non centri di confronto critico) attendiamo con ansia che gli stranieri clandestini si facciano un loro giornale o una loro TV (naturalmente clandestine) e ci facciano capire finalmente per quale diavolo di motivo siano venuti in Italia. E soprattutto che si sbilancino, che si pronuncino, che dicano se effettivamente nei mezzi di comunicazione qualcuno , per sbaglio, abbia effettivamente interpretato correttamente il loro pensiero, spiegandoci il vero motivo della loro permanenza in Italia e perchè portano tanti problemi .In attesa, ci permettiamo di esprimere un nostro parere:la legge Bossi-Fini (peraltro politici rispettabilissimi, ma anche i più grandi tenori possono steccare) si è dimostrata una …..... pazzesca, come direbbe il rag. Fantozzi;nessuna forza politica in Italia ha dimostrato però di saper proporre di meglio;viviamo in una situazione tipo pendolo. Ossia si oscilla, in maniera sterile e ipocrita, tra pugno duro e permissivismo. Nessuno ha osservato che in Italia la “clandestinità” per gli stranieri (normativamente)è un marchio di infamia ma per molti Italiani è una situazione di fatto radicata da anni e un buco nero in cui tutti rischiamo di precipitare (con gli annessi e indotti rischi di delinquere). Esempi: il lavoro nero, l'evasione fiscale, il rapporto con Equitalia e gli Ufficiali Giudiziari, i debiti con le banche, la disciplina della residenza e l'attendibilità dei documenti , il rapporto tra cittadino e giustizia, la speculazione edilizia e l'insufficienza alloggiativa, gli affitti in nero, l'uso del contante da parte dei ricchi e la tracciabilità solo per i poveri, ecc.
E' diffusa la sensazione che nel nostro Paese uno straniero clandestino abbia una vita più comoda di un italiano regolare. Per l'uno la clandestinità è una situazione a cui si è adattato. Per l'altro, un a scappatoia obbligata quotidiana. A molti sarà capitato di parlare con uno straniero che, conquistata la cittadinanza italiana, rimpiangeva i tempi in cui aveva solo il permesso di soggiorno.Perchè viveva meglio, più tranquillamente.Diceva Montanelli che il miglior antidoto a Berlusconi era Berlusconi stesso.Una volta provatolo, cioè...
Ecco, cambiando i termini di paragone, chi ci dice che il miglior antidoto alla clandestinità degli stranieri non sia una cittadinanza italiana concessa in tempi brevissimi a tutti ? Una volta provatala si renderebbero conto della sciocchezza fatta nel voler venire proprio qui dopo essere scappati dalla povertà e dalla violenza dei loro Paesi senza passare per il decreto flussi. E fuggirebbero altrove.I giornali di destra non saprebbero più con chi prendersela e quelli di sinistra capirebbero che già in Italia ci sono masse di cittadini di fatto clandestini nella loro esistenza di cui forse sarebbe bene cominciassero ad occuparsi.

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